Al mio concittadino, Signor Marco Ballestra

Caro Marco,

su XX non mi faccio idee. Non posso sapere se esiste o non esiste la mafia: ne ho una definizione talmente volatile in testa che mi sarebbe complicato dirlo. Credo ci siano dei gruppi di potere che si aggirano per il Ponente, così come credo si aggirino per ogni Città, Provincia, Regione, Stato. Quello di cui posso essere sicuro è che la lotta alla mafia non posso farla ne’ io ne’ te ne’ i Commissari (che il Cielo ce ne guardi…). Se, come dici tu che hai più esperienza di me, la mafia è ovunque, allora è inutile chiedere alla Procura o ai Tribunali di darci una mano: saranno loro i primi ad essere corrotti. Dobbiamo trovare un altro sistema. L’unico sistema che mi viene in mente è la creazione, urgente, di ricchezza, intelligenza, posti di lavoro che possano tenere qui i giovani donne e uomini Ventimigliesi, quelli che ora trovano più facile andarsene. Dobbiamo eliminare da questa città l’idea che il potente di turno può garantirci la sopravvivenza con uno stipendio pubblico da fame guadagnandone, allo stesso tempo, eterna riconoscenza. Dobbiamo pensare che la lotta alla mafia si fa tutti i giorni portando un euro in più in questa città. Dobbiamo pensare che tutte le volte che un giovane promettente se ne va da questa città, abbiamo accresciuto il potere della mafia.

Oppure possiamo continuare a sparare cazzate contro “gli altri”, far sciogliere i Consigli Comunali, farci gli sgambetti ed i dispettini, essere “i giusti” della situazione, arrestare il boss di turno. In fondo, non siamo troppo lontani da chi  fa cadere i governi, aumenta l’IVA e manda a ………. quel poco che ci resta.

28 settembre 2013 – Albino Dicerto

Un pensiero su “Al mio concittadino, Signor Marco Ballestra

  1. Io all’inizio pensavo che era un ristorante e quindi non lo leggevo bevera e contorni. Poi mi hanno detto che c’era uno che c’aveva le palle e che diceva le cose per il giusto e quindi l’o letto. Però poi quando è arrivata la Commissione lui non ha più scritto niente anche se la città andava allo scatafascio e così ho capito che era solo arrabbiato con Tano, Prestileo e Scullino per le questioni sue e che quindi era partigiano di qualcuno e non era poi così giusto. E così non l’o più letto.

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