Chiudere la diga quando l’acqua ormai è uscita

Leggo il commento del Consigliere Malivindi sulla questione AIGA S.p.a.. La vicenda ha dell’incredibile. Io non riesco (non ci riesco proprio, non è cattiveria) a capire come una società che vende acqua in completo monopolio possa fallire. Non ci riesco. E’ una società dove si conoscono già anticipo i volumi di vendita (quindi, possiamo stimare con uno scarsissimo scarto, le entrate), si conoscono già in anticipo i costi, che non ha concorrenti, che non ha rischio di invenduto, che non ha magazzino, che vende un bene primario. Ma come puoi fallire? Perchè, tecnicamente, AIGA, attraverso le parole della Malivindi, ci fa sapere che il concordato non si può fare e che, quindi, il Comune di Ventimiglia (proprietario di AIGA) deve dirci se vuole dichiarare fallimento. Spiego la differenza tra il concordato e il fallimento: nel concordato, si scaricano le perdite sui fornitori che, di fatto, rinunciando al loro credito, vanno a coprire le perdite di chi i soldi li ha buttati via. Se, come nel nostro caso, i fornitori non sono d’accordo (epperchè mai dovrebbero esserlo???) tocca al proprietario della società (in questo caso il Comune di Ventimiglia) mettere mano al portafoglio e pagare di tasca propria (mia e dei cittadini, in questo caso). Il tutto, ovviamente, senza che ci sia un responsabile. Certe cose accadono, punto e basta.

13 settembre 2018 – Albino Dicerto

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