Titolo: Sui consumi siamo tornati indietro di 15 anni.

Lo ha detto il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli durante la relazione
annuale dell’organizzazione: ” la crisi si è espansa così tanto da farci
tornare ai livelli del 1998″. Sembra però – sempre a detta del Presidente di Confcommercio Sangalli – che i consumi pro-capite ritornino ai livelli di quell’anno,mentre il Pil pro-capite torni ai livelli del 1999. Avete capito bene, in un periodo di crisi anche dell’economia reale e non solo dei mercati finanziari, le manovre correttive del governo hanno creato un inizio di recessione.

Secondo Sangalli si determinerebbero infatti, tra il 2012 ed il 2014, una riduzione del prodotto interno del 2,6%. Per arginare i danni e reagire tempestivamente a uno scenario come quello della Grecia, senza dimenticare quello spagnolo, è stato necessario

ridurre l’indebitamento pubblico di oltre 81 miliardi di euro entro il 2014:
perciò tra il 2011 ed il 2014 si riscontrerà una crescita di circa 3 punti
della pressione fiscale complessiva.

Come se non bastasse, gli aumenti dell’Iva potrebbero creare un freno per 38
miliardi di euro ai consumi reali. Per il Presidente della Confcommercio  “va poi fatto
di tutto per derubricare definitivamente l’ipotesi di ricorrere
all’inasprimento dell’Iva come clausola di salvaguardia dei soldi della
manovra salva-Italia”.

Pare infatti a tutti logico e credibile, senza essere professori
universitari di Economia, che per rispondere alla crisi bisognerebbe
rimettere in moto crescita e occupazione. Ma non è una situazione
esclusivamente italiana: tutta l’Europa deve muoversi con urgenza per creare
un continuum tra disciplina fiscale e di bilancio e crescita e sviluppo, di
cui al momento siano carenti. Non possiamo continuare a pensare solo ai
bilanci pubblici, procurandoci nuove entrate esasperando i
cittadini.

Parlando di imposte e tasse, non può mancare un riferimento all’evasione
fiscale:  In Italia l’evasione fiscale è certamente una pratica invalsa che
deve essere fermata. Si dice che essa sottrae cifre da capogiro all’Erario:
intorno a 120-150 miliardi l’anno. Ma come si combatte?                        cercando gli evasori

veri e non certo aumentando la pressione fiscale su chi già le tasse le
paga. Anzi più la pressione fiscale aumenta, più il contribuente giunge all’esasperazione
e crede che evadere sia l’unica soluzione. Un ragionamento certamente
condannabile, ma che spesso si sente fare.

Mentre il cittadino comune cerca di sbarcare il lunario, le Banche e gli
speculatori finanziari continuano ad accumulare ricchezza ed a non dar
credito.
3 luglio 2012 – Marco Prestileo

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