I burocrati “maledetti”, gli untori di professione e le Sentenze.

consiglio di statoL’altro ieri si è tenuta una conferenza stampa del Sig. Abbondanza. Non ha partecipato quasi nessuno, come spesso accade sia per disinteresse generale sia perché alle 11 di mattina la Gente normale lavora. A scanso di equivoci e per evitare sterili strumentalizzazioni diciamo subito che siamo a favore di qualsiasi iniziativa che sia contro le mafie. La mafia va combattuta in tutte le sue forme. Due sentenze penali (quella di Imperia e, in appello, quella di Genova) hanno riconosciuto esistere la presenza di un’associazione di stampo mafioso nell’estremo Ponente. Per carità esiste ancora la possibilità di un terzo grado (La Cassazione) ma a tutt’oggi questo hanno detto le due sentenze penali. Le stesse sentenze hanno però anche detto che la politica era estranea ad ogni forma di infiltrazione o condizionamento. Non credo che neanche il Sig. Abbondanza possa prendere per buone le due sentenze ove fanno lui piacere e considerarle non valide ove a lui non piacciano! Le sentenze sono sentenze e vanno rispettate e certamente valgono molto, ma molto, di più di quello che sostiene il Sig. Abbondanza.

La sentenza però assolutamente non gradita che ha creato fastidio agli untori di professione è quella del Consiglio di Stato. Una sentenza che ha rotto i giochi e le costruzioni fantasiose fatte non dalla magistratura o dalle forze dell’ordine, di cui si ha il pieno rispetto dell’operato, ma da dei burocrati superficiali, i commissari inviati dal Prefetto prima dello scioglimento. Si, perché solo grazie alla relazione predisposta dalla Commissione di accesso è stato sciolto ingiustamente (così dice il Consiglio di Stato) il Consiglio comunale di Ventimiglia. Questa superficiale relazione è stata poi copiata dal Prefetto, fatta propria dal ministro e ne è derivato lo scioglimento. Il peccato è all’origine, i tre burocrati hanno agito – dice il Consiglio di Stato – senza neanche l’esistenza di indizi sufficienti e in ogni caso gli atti esaminati erano regolari e legittimi. Sulla regolarità degli atti il Sig. Abbondanza ha voluto sottolineare la sua opinione, con una superficialità ed erroneità eclatante. Fermo restando che la giurisprudenza consolidata, e non solo la sentenza del Consiglio di stato in commento, ha sancito che in ogni caso per sciogliere un Consiglio comunale non è sufficiente che vi siano degli atti amministrativi formalmente viziati ma occorre dimostrare che gli stessi siano stati assunti intenzionalmente perché gli organi elettivi sono infiltrati o condizionati, cioè non più in grado di decidere con indipendenza e autonomia, nel caso di specie gli atti di Ventimiglia erano comunque validi, corretti e legittimi, dice la sentenza del consiglio di Stato e gli organi comunali, dice la stessa sentenza e le due precedenti penali, non erano infiltrati, né condizionati. Ogni decisione è stata assunta liberamente e correttamente.

E’ dura da mandare giù per alcuni, ma il Consiglio di Stato, massimo organo amministrativo, è stato lapidario nel dire che il Consiglio comunale di Ventimiglia non poteva, né doveva, essere sciolto e che gli atti esaminati dai burocrati “maledetti” (nel senso poetico del termine https://it.wikipedia.org/wiki/Poeti_maledetti) erano tutti regolari e legittimi.

11 marzo 2016 – Marco Prestileo

 

 

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