Io sto con le commesse

Nel mio risveglio da grillino di stamattina, non ho potuto non notare il movimento compatto della casta nel difendere il nostro Sindaco.  A seguito del suo comunicato in cui ci fa sapere di essere stato oggetto di minacce, nessuno politico della terra (compreso, pare, Obama, che punta ad un posto da portaborse non appena il nostro pupillo poggerà  le chiappe  sul seggio della Camera dei Deputati), ha resistito alla tentazione di un trafiletto su Sanremonews. Naturalmente, al coro di chi giudica inapellabilmente l’invio di minacce e missive a chicchessia, si unisce il sottoscritto. Ma la cosa che mi lascia perplesso è la sequenza dei fatti. Giusto qualche giorno prima del comunicato, una comune cittadina è stata oggetto di un tentativo di stupro. Non una lettera in cui si minacciava uno stupro: proprio un tentativo reale, con tanto di zampacce addosso e fiato che puzza di alcol. La signora in questione è stata poi convocata dal Sindaco e nullaltro. Non un messaggio di solidarietà da nessuno. Zero, nemmeno Obama. Nemmeno le donne della giunta comunale. Pochissime ore dopo, il Sindaco ci tiene a comunicare – a noi che lo abbiamo votato – che lui non ne può nulla, di non stare a perdere tempo a parlare con lui, che lui si occupa di altre faccende, mica queste qui. Avete presente quando andate in Comune a chiedere un foglio e vi rimbalzano da un ufficio all’altro? Ecco, questo è il discorso: rivolgetevi ad un altro ufficio. Poi il comunicato sulle lettera di minaccia e il coretto di solidarietà , con tanto di archi, fiati e baritoni. Il Sindaco viene subito sottoposto a “vigilanza riservata”, la commessa viene sottoposta alla vigilanza del marito che deve partire da casa e andare a scortare la moglie financo al supermercato. Ora, tanto per tornare alla realtà, i nostri amici politici, ci possono precisare se per loro una commessa stuprata vale meno di un sindaco minacciato? Io sto con le commesse che vivono nel mondo reale, quello creato dalla politica. Che la politica se ne renda conto o meno.

9 novembre 2017 – Albino Dicerto

Un pensiero su “Io sto con le commesse

  1. Per me non è questione di rendersi conto o meno di cosa sia veramente importante per tutti noi …. D’altro canto se ci si interessasse realmente di cio’ che è significativamente prioritario per una comunità, assisteremmo a ben altri spettacoli, che non solidarietà ad orologeria e a senso unico ……In questi ultimi giorni , ho percepito in maniera ancora piu’ pressante di altre volte, il peso che il cosiddetto “politically correct” , porta con sé, nel momento in cui si analizzano i comportamenti ed i pensieri di tutti …. Anche di coloro i quali hanno sempre cercato di avere un comportamento equilibrato … Senza nulla togliere alle circostanze in questione, sulle quali non intendo aprire un dibattito ( ne abbiamo avuti a sufficienza …..), mi permetto di osservare : la solidarietà dovrebbe essere un sentimento oggettivo, dispensato a tutti , senza alcuna distinzione, per il solo fatto che una persona viene fatta oggetto di ingiustizie, violenze verbali e/o fisiche, ingiurie, minacce e via dicendo…. purtroppo constato che al giorno d’oggi, la società è permeata, al contrario, da attestazioni di solidarietà pubblicamente condivise, a carattere unidirezionale, a senso unico e a seconda delle circostanze. Comprendo d’altronde, che va fatta una chiara distinzione fra la solidarietà umana e quella politica, poiché , sebbene connotate entrambe da caratteristiche di forte empatia, attengono a sfere differenti dell’agire umano . Il rapporto interpersonale è privato, oggettivo e universalmente condivisibile, quello politico, al contrario è soggettivo, di parte ( nel senso di appartenenza allo stesso gruppo politico) e pertanto soggetto a valutazioni opposte/differenti rispetto al primo . Ciò nonostante entrambe le manifestazioni nelle quali si estrinsecano dette forme di solidarietà, dovrebbero tenere conto, non solo del contesto nel quale si palesano, ma altresì della persona alla quale vengono rivolte, soprattutto di fronte a situazioni di particolare gravità. Vi sono persone che divengono, senza alcuna colpa, oggetto di ingiurie, minacce e atteggiamenti molto gravi, per le quali si assiste, giustamente, a levate di scudi universali, e, di contro, persone, altrettanto incolpevoli, oggetto di ingiustizie e macroscopici errori di valutazione, che producono conseguenze a dir poco devastanti per le loro esistenze, per le quali si assiste ad un silenzio che definire assordante, è dire poco …. I famosi “due pesi e due misure”…. Non so, magari mi sto sbagliando, ma la percezione della realtà attuale, non mi permette di vedere significativi cambi di rotta…. almeno al momento . BEA

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