PER NON DIMENTICARE

PER NON DIMENTICARE  il volto e le voci di tutti quei lavoratori che hanno dato la vita sul posto di lavoro. PER NON DIMENTICARE la sofferenza delle mamme, delle mogli, dei figli  e di tutti coloro che una sera non hanno visto rincasare  i propri “gioielli”.

Da IL SECOLO XIX  ONLINE DEL 28/02/13:  «Maledetti». Il primo grido che si leva altissimo nella maxi aula 1 del Palagiustizia di Torino è quello di una giovane donna, Laura Rodinò, sorella di uno dei sette operai, Rosario, che nel 2007 morirono nel rogo della Thyssenkrupp. Dal pubblico qualcuno le fa subito eco: «Sarebbe questa la giustizia?». Comincia così la nuova giornata di calvario dei familiari delle vittime.

Una giornata che si concluderà in Prefettura, dove la delegazione ricevuta dal viceprefetto Aldo Umberto Garsia chiede (per bocca di Antonio Boccuzzi, l’operaio scampato alla tragedia, oggi parlamentare del Pd) che l’ufficio si attivi per un incontro con il Presidente Napolitano.

«Voglio – dice Laura, che sta studiando scienze politiche per diventare consulente del lavoro – che qualcuno a Roma mi dica se le leggi sono state applicate correttamente e se i condannati andranno davvero in galera. I colpevoli devono pagare, devono pagare tutti i colpevoli di tutte le stragi sul lavoro che ancora continuano a capitare in Italia».

Per tre ore i familiari hanno occupato l’aula in cui è stata letta la sentenza del processo d’appello contro i vertici della multinazionale tedesca dell’acciaio. Perché non occorre essere dei giureconsulti per capirne il senso: condanne fortemente ridotte o in certi casi quasi dimezzate, l’omicidio volontario che diventa omicidio colposo.

E sono lacrime, rabbia, urla, insulti, malori. Giovanna Pisano, zia di una delle vittime, afferra una penna e improvvisa un cartello: «Assassinati per la seconda volta». La voce di Laura sovrasta le altre: «Mio fratello e altri sei ragazzi non ci sono più ed è come se fossero morti dei figli di nessuno, degli animali. La legge è uguale per tutti? Non è vero». Un giornalista di una testata on line si lascia sfuggire un «calma» e deve allontanarsi fra gli insulti.

Accorrono i carabinieri e arriva anche la Digos perché fra parenti, ex colleghi ed ex sindacalisti come Ciro Argentino (che si sgola contro il vicesindaco) si mescolano gli attivisti di Riscossa Proletaria, un sodalizio di estrema sinistra.

Il procuratore generale Marcello Maddalena e il pubblico ministero Raffaele Guariniello scendono per mediare. Ed è Guariniello a portare una notizia: «Pensavo di lasciare la procura ma resterò per portare a termine proprio questo procedimento. Stiamo già preparando il ricorso in Cassazione. Vi assicuro che non demorderò».

1° marzo 2013 –  live311212

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