Attenzione, le nuove regole non valgono per tutti

Come non concordare con l’articolo “Averlo lungo meglio di averlo breve” del Ph. D. Albino. Viviamo in un paese dove il Presidente del Consiglio dei Ministri anticipa che il versamento della seconda rata degli acconti si potrà eseguire entro il 10 dicembre 2013 e poi, quando esce il comunicato stampa (i giuristi rabbrividiscono al pensiero che ormai andiamo avanti a comunicati stampa che – giuridicamente – non hanno nessuno valore), leggendolo, si capisce che non è proprio così. Tra il dire e il fare, per i nostri super governanti, ci può essere una differenza. Quindi, riassumendo, salvo ulteriori diverse interpretazioni, possiamo dire che slitta l’acconto solo per le società di capitali e i soggetti Ires, ma non per le persone fisiche, società di persone e soggetti assimilati.

Queste sembrano essere le indicazioni che arrivano dalla lettura del comunicato stampa del Consiglio dei Ministri sul Decreto Legge  Imu e dalle indiscrezioni sul Decreto Ministeriale  che deve integrare questo provvedimento. Speriamo che presto ci sia un altro comunicato stampa in cui si dica “abbiamo scherzato”.

Questo quindi il probabile quadro: per l’acconto Irpef si andrà alla cassa il 2 dicembre mentre per i soggetti Ires e per l’Irap delle società di capitali – comprese banche e assicurazioni – (non quelle delle persone fisiche, società di persone e soggetti assimilati, ancorate al 2 dicembre) la scadenza slitta al 10 dicembre.

Alla cassa entro il 2 dicembre anche i superminimi e i contribuenti che devono l’acconto Inps.

Ma i colpi di scena non sono terminati. Ora è ufficiale.

La seconda rata Imu sulla prima casa non andrà pagata ma non per tutti. L’abolizione, disposta con il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri l’altra sera non sarà totale.

Chi risiede infatti in un comune che ha alzato le aliquote rispetto al 2012, dovrà ora passare alla cassa (entro il 16 gennaio 2014) per versare la differenza tra il 50% del tributo pagato nel 2012 e il 50% di quello che avrebbe dovuto corrispondere quest’anno (nel 2013). Grandioso!

Non pare assurdo il dover pagare una parte di IMU 2013 sulla prima casa (pagarne una sola  parte è infatti sempre meglio che pagarla tutta), quello che sbalordisce é che vi sia una discriminazione tra cittadini che si trovano nella stessa condizione giuridica ma che abitano in Città diverse!

Sono penalizzati i cittadini dei comuni ben organizzati, cioè quei comuni che nello spirito della legge avevano fissato una percentuale IMU diversa nel 2013 rispetto al 2012. Sono invece avvantaggiati quei cittadini dei comuni più “pigri” che non avevano fatto nulla, confermando per il 2013 la percentuale IMU del 2012.

Ricordiamo infine che sui beni agricoli lo stop del saldo riguarderà «i fabbricati rurali e i terreni agricoli per la parte coltivata».

28 novembre 2013 – Marco Prestileo

 

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