Tamponi alla frontiera? L’analisi del Sindaco Scullino

La circolazione del virus sta crescendo in Europa e in particolare in questi giorni in Francia.  Il governo italiano e quello francese sono al lavoro su un’intesa che imporrebbe controlli e tamponi a turisti e lavoratori: i test verrebbero effettuati alla frontiera, in entrata e in uscita. Una cosa che, se fosse attuata, provocherebbe delle notevoli disagi soprattutto alle migliaia di lavoratori frontalieri.

“Intanto – dice il sindaco Scullino – spero che presto gli amici francesi superino bene questo periodo, per loro, di zone rosse. Le frontiere devono rimanere aperte, ma trovo ragionevole che l’Italia valuti di proteggersi e vale la stessa cosa, per reciprocità, per la Francia. Ho sentito parlare di un possibile schema già adottato per Spagna, Croazia, Grecia e Malta, ma non ho notizie ufficiali. Certo, occorre ragionare bene ed evitare che la precauzione si trasformi in un danno maggiore del rischio Covid-19. Noi siamo in frontiera e ogni giorno almeno 4 mila frontalieri si recano a lavorare in Francia o nel Principato di Monaco e viceversa molti francesi e monegaschi ogni giorni, a migliaia al venerdì e al sabato, vengono a comprare a Ventimiglia.

Non possiamo bloccare il lavoro e gli scambi commerciali, il danno potrebbe essere incalcolabile. Quindi molta prudenza ma se si deve fare organizziamo bene. I tamponi non danno esiti immediati e i test sul sangue sappiamo che danno solo indicazioni. Ci si potrebbe muovere, attivando punti per fare i tamponi in via volontaria e molti a campione, senza bloccare lavoro ed economia frontaliera, tracciando poi i risultati. Se dai primi risultati dovessero emergere evidenze di crisi, allora si potrà intervenire in modo più incisivo ma bloccare tutti senza prima avere un campione sarebbe probabilmente eccessivo. Per tracciare un campione bastano pochi giorni. Spero che gli amministratori locali siano avvisati in tempo.”

30 agosto 2020 – La Redazione –

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