“Fenomenologia” della crisi all’italiana

Si vende l’oro di famiglia – Natale nero per gli italiani che, secondo il rapporto 2012 sulla Situazione sociale del Paese del Censis, stanno vivendo la crisi in maniera devastante, al punto persino di ricorrere alla vendita di gioielli di famiglia e oggetti preziosi. Sono infatti circa 2,5 milioni le famiglie che nelle ultime due annualità sono ricorse ai compro-oro.La strategia di sopravvivenza – Si chiama strategia di sopravvivenza e si affina nei momenti economicamente difficili come quelli che il nostro Paese sta attraversando. In sostanza, gli italiani, oltre a vendere mobili, oro e pezzi d’arte, affittano le camere ritenute superflue o appartamenti in disuso per i quali finora non s’era sentita la necessità di occupare. Molte famiglie hanno addirittura trasformato le abituali abitazioni in bed & breakfast. Per non parlare poi degli alimenti, sui quali vi è una vera e propria corsa al “fai da te”. I cibi vengono preparati in casa e le verdure, la frutta e gli ortaggi, per 2,7 milioni di italiani, sono alimenti di produzione domestica, dal proprio orto insomma. Se si sono ridotti i consumi in fatto di cibo, anche sul versante dei carburanti si assiste a una serie di restrizioni. Nei primi nove mesi dell’anno in corso infatti 62,8% degli italiani ha diminuito gli spostamenti in auto e scooter al fine di risparmiare sulla benzina, ciò ha altresì generato una maggiorazione per quel che concerne la vendita di biciclette. L’intraprendenza personale quindi permette all’italiano medio di sopravvivere nell’era di una pressione fiscale alle stelle e di una crisi che non sembra voler lasciare il Paese.

Addio ceto medio
– Non esiste più il ceto medio, questo è il risultato della congiuntura economica che stiamo vivendo. Gli italiani sono sempre più poveri, i debiti crescono e il risparmio è quasi impossibile. Tant’è che in dieci anni la ricchezza finanziaria dei nuclei familiari si è contratta del 40,5%. Ad essere mediamente più ricchi sono gli anziani, mentre la povertà sta investendo soprattutto le giovani generazioni.I cerca-lavoro – Siffatta situazione è ben comprensibile se si pensa che la nostra società è ormai popolata dai cosiddetti job-seekers, ossia i carca-lavoro. Si tratta di giovani con competenze medio-alte, un’età inferiore ai trentacinque anni, uomini e donne, italiani e stranieri, residenti al Nord o al Sud… accomunati dal disperato bisogno (e desiderio) di una occupazione remunerativa. Nello specifico, il 24,9% appartiene alla fascia intermedia dei 35-44 anni, mentre le generazioni più adulte contribuiscono in misura molto più limitata, il 23,3%

I poveri “arrabbiati” – “Sempre più poveri” in Italia è sinonimo di “sempre più arrabbiati”. E spaventati. Gli italiani provano rabbia nei confronti della classe dirigente, soprattutto a causa degli scandali recentemente emersi. Gli “arrabbiati” sono il 52,3%. Allo stesso tempo hanno paura della crisi, della povertà e della mancanza di lavoro. Questi sono il 21,4%. Ad essere fiducioso e con la voglia di reagire è solo il 20,1% della popolazione.

E se ne va anche la cultura – Se le scelte nel campo dell’istruzione, secondo il Censis, sembrano riposizionarsi nel rapporto studio/lavoro, i dati sulla cultura sono raccapriccianti. Se un libro costa meno di dieci euro e uno smartphone supera i cento, è più che certo che l’italiano arrabbiato e intimorito opti per la seconda scelta. E ciò in barba alla cultura “economica” che potrebbe in realtà arricchirlo e fornirgli molti più strumenti per orientarsi nella società. A scendere sono anche gli acquisti di giornali, siano essi quotidiani o riviste. Mentre sale il rapporto col web. “Oggi un quarto degli italiani collegati a Internet (24,2%) ha l’abitudine di guardare i programmi dai siti web delle emittenti televisive e il 42,4% li cerca su YouTube per costruirsi i propri palinsesti di informazione o di intrattenimento su misura”.

Queste sono alcune analisi sintetiche tratte dalla Redazione di Fiscal Focus.

In televisione si parla però solo di mercati finanziari e delle politiche europee di Monti.

Lascia un commento