L observateurs de Monaco e la “passerella”

Il quotidiano “L’Observateur de Monaco” i giorni scorsi ha registrato l’appello del Presidente della “Société d’exploitation des ports de Monaco” (SEPM), Aleco Keusseoglou e della associazione monegasca “Les amis de la passerelle” che ha aperto una raccolta fondi presso la “Compagnie Monégasque de Banque” (CMB) per sollecitare la ricostruzione della passerella “Squarciafichi” a tre anni dalla sua distruzione. “Cette passerelle n’a pas été réparée car entre-temps le maire de Vintimille, qui était à l’origine du projet, a été destitué. On se rapproche donc du nouveau maire pour essayer de faire avancer cette reconstruction”, è la dichiarazione del top manager che lascia intravedere un garbato invito di S.A.S. Alberto II che all’indomani della “Tempesta Alex” del 2-3 ottobre 2020 ha donato un milione di euro alla Città devastata di Ventimiglia, metà dei quali destinati specificamente alla ricostruzione della passerella perché, annota il quotidiano, “depuis cette date, la cité italienne est donc coupée en deux”. 
Da sindaco “destituito” faccio presente di aver patrocinato un manufatto a campata unica in acciaio “corten” che non scavalca ma che sorvola il corso d’acqua poggiando su due monoliti fuori argine e di aver ottenuto su di esso sia l’approvazione definitiva di tutte le Autorità competenti e sia l’avvio del primo stralcio funzionale già operativo in meno di un anno e cofinanziato  con apertura di un credito flessibile ampiamente capiente stipulata con la Cassa Depositi & Prestiti nazionale, e per il resto con i contributi degli amici monegaschi e del loro generoso Sovrano e delle leggi regionali sulla mobilità ciclistica e sulla rigenerazione urbana.
La nuova Amministrazione entrata in carica il 29 maggio 2023 ha bloccato l’appalto dei lavori e ha lanciato ai funzionari tecnici comunali un atto di impulso per la progettazione basata su quattro piloni in un alveo largo 130 metri che creano riflusso, interferiscono sul trasporto solido nelle acque e con l’ambiente, e che innalzano di tre metri il franco libero e l’ingombro del panorama circostante, oltre ad avere costi e tempi di esecuzione superiori.
Sempre che la realizzazione in deroga del collegamento tra due argini “a pericolosità idraulica elevata” (Zone A “rosse” entrambe) ottenga l’approvazione dell’Autorità dipartimentale di Bacino del Roya.
Tanto per la precisione in vista del “rapprochement” con la nuova Amministrazione.
Gaetano Scullino

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