Le ceneri prima considerate tossiche, venivano poi “mischiate con una percenutale bassissima di fanghi e terre di scarto. Poi erano messe in apposite fosse dove venivano fatte decantare”,

Un nostro lettore ci invia queso articolo dell’Eco di Bergamo sulla Centrale a Biomasse di Bevera. Ne sanno e scrivono più a Bergamo che qui a Ventimiglia, strano ma vero. Vabbè, vuol dire che ci sarà un motivo …..

L’articolo, che potrete leggere cliccando su eco di bergamo, ci dice cose che noi non conoscevamo. In effetti sembra vero, con dichiarazioni tra virgolette attrubuite all’avvocato difensore, che ci sia stato uno smaltimento di ceneri nei campi o mischiate alla terra.

Queste ceneri , prima considerate tossiche dai dirigenti della Centrale a Biomasse e quindi smaltite in centri appositamente autorizzati con spese rilevanti, sembra venissero, poi, portate nella vicina cava, mediante una condotta (non sappiamo se sotterranea o alla luce del sole, nulla dice l’articolo in propostio), “e mischiate con una percenutale bassissima di fanghi e terre di scarto. Poi erano messe in apposite fosse dove venivano fatte decantare”, come si fa con il buon vino. Una scelta imprenditoriale per risparmiare spese di discarica.

L’avvocato difensore ammette che non vi fosse l’autorizzaizone provinciale, ma questo non viene considerato da lui un problema, anche perché l’autorizzazione provinciale è subito arrivata, 15 giorni dopo …. e poi si dice che la burocrazia affossa le iniziative imprenditoriali! Vero, ma  non tutte. Quindici giorni dopo, dopo cosa? Dopo le denunce e i sopralluoghi dei carabbinieri? Nulla invece si dice su quella già divenuta una vera leggenda metropolitana che parlava di scarichi nelle acque del fiume, che dobbiamo quindi escludere, almeno sino alla fine delle indagini probabilmente ancora in corso. Idem per gli scarichi nell’aria, ancora non si dice nulla. Non si parla neanche della quantità delle ceneri. Il nostro lettore da dei numeri importanti, ma vedremo cosa diranno gli atti ufficiali.

Siamo lieti di evidenziare la storia così come riportata dall’Eco di Bergamo e raccontata dall’avvocato difensore che, ci dicono, conosca molto bene, oltreché che la legge (naturalmente), anche il processo produttivo utilizzato nelle cave, perché deriva da una famiglia che per due generazioni ha lavorato nel settore di cui trattasi. E’ giusto raccontare i fatti non solo visti dall’accusa ma anche dalla difesa.

Noi proviamo a dare le informaizoni che abbiamo e riceviamo con correttezza. Il nostro lettore non ce ne voglia se non abbiamo scritto tutto quello da lui detto, perché lo spirito di questo blog è contro ogni informazione che possa offendere i diritti della persona. Noi non siamo i giudici, che faranno il loro lavoro, noi siamo dei dilettanti “comunicatori”.

Nessun problema invece a pubblicare integralmente l’altra sua email, senza pubblicare – come richiestoci – il nominativo: “Giovedi 27.06.2013 alle ore 09/09.30  +/- ,  ci sarà la prima udienza Energy Green srl-Tcs, penso sia opportuno che la gente locale ne sia al corrente, cordiali saluti.”

26 giugno 2013 – Ventimigliablog

 

 

Un pensiero su “Le ceneri prima considerate tossiche, venivano poi “mischiate con una percenutale bassissima di fanghi e terre di scarto. Poi erano messe in apposite fosse dove venivano fatte decantare”,

  1. Il nostro lettore ci precisa: “L’udienza si tiene a Ventimiglia.
    La TCS è la ditta costruttrice della centrale Energy Green di Bevera.
    L’oggetto della causa, è la contestazione mossa da Energy Green nei
    riguardi di TCS in merito alla realizzazione della centrale.”

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