Le nostre città

In coda per 2 ore, in silenzio, impietrito nell’animo per l’ennesimo incidente mortale di uno scooter.Non parlo, so che potrebbe capitare a chiunque di noi. La sensazione è che tutto l’immenso ingorgo di auto che paralizza la città sta pensando la stessa cosa:  in pochissimi suonano innervositi – probabilmente non sanno – tutti gli altri avanzano lentamente, composti, anche loro paiono in rispettoso silenzio. Cristina parla poco, ad un tratto mi dice che le viene difficile capire come una città – la tua città – possa uccidere. E’ come venire picchiati dal marito, come cadere in casa, come venire abbandonati dalla madre. Oggi sono andato al lavoro in macchina. Da domani, mi fiderò di nuovo della mia città.

18 ottobre 2018 – Albino Dicerto

Lascia un commento