Mancano i soldi: la lealtà fiscale è una battaglia di giustizia e civiltà, non vedere l’ovvio porta però a una battaglia contro i mulini a vento

pesano non meno del 52%

pesano non meno del 52%

Lo Stato non ha soldi per aiutare il rilancio dell’economia, molte famiglie si trovano con la canna del gas sotto il naso, non riescono più ad andare avanti. Come risolvere il primo problema senza peggiorare il secondo? I nostri illuminati governanti per anni hanno pensato di reperire le risorse economiche mancanti  con la lotta all’evasione e nel frattempo aumentavano le imposte e tasse. Un disastro.Nessuno aveva il coraggio di dire l’evasione è un’illegalità da punire severamente ma, a volte, evadere è anche (oltre un’illegalità) un pessimo modo per sopravvivere. Non lo si diceva ma lo si pensava. Naturalmente si parla di quell’evasione “spicciola”, non significativa che  culturalmente (purtroppo) piace molto agli italiani.

io il parassita evasoreE’ sbagliato evadere il fisco anche solo di un euro, evadere vuol dire rubare qualcosa agli altri. Se tutti pagassimo le imposte e tasse tutti, probabilmente, ne pagheremo un po’ di meno, ecc. Siamo tutti d’accordo. Restava il fatto che nelle segrete stanze, chi poteva, qualcosa evadeva per “arrotondare” e sopravvivere (compreso molti lavoratori dipendenti che se è pur vero che sul loro stipendio pagano tutte le imposte, con qualche ora di lavoro in nero o con il secondo lavoro, arrotondavano anch’essi).

Personalmente credo che la lealtà fiscale sia una battaglia di giustizia e civiltà, non vedere l’ovvio porta però a una battaglia contro i mulini a vento.

L’argomento è  venuto alla ribalta politica, gli addetti ai lavori lo sapevano da molti anni (vi è stato anche uno studio autorevole sull’argomento che sosteneva che grazie al “nero” addirittura l’economia italiana sopravviveva), grazie al viceministro Fassina del PD (uno tosto), che fece esultare l’ex ministro Brunetta del PDL .

Adesso lo ammette anche un uomo da 304.000 euro di stipendio, che oltre ad essere il Direttore generale dell’Agenzia delle Entrate e anche il Presidente di Equitalia (quest’ultima società controllata dalla socia Agenzia delle Entrate). Un uomo pagato per far fare la lotta all’evasione. Con molto realismo ha quasi introdotto un concetto “nuovo”: ridurre la pressione fiscale per combattere il fenomeno dell’evasione fiscale. È questa la tesi sostenuta, infatti, dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera.

Un primo effetto della riduzione delle tasse, ha dichiarato Befera, sarebbe infatti quello di ridurre l’evasione di “sopravvivenza”, connessa alle carenze di liquidità dei contribuenti. Consiglio di leggere due volte quest’ultima frase.

In Italia, complice l’avanzare della crisi economica, sono sempre più diffusi i fenomeni relativi all’evasione di “sopravvivenza”, che trae origine dalle carenze di liquidità riscontrate dai contribuenti. Per combattere questa e altre forme di evasione, una soluzione deve ricercarsi nella riduzione della pressione fiscale. È questa la tesi sostenuta dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera.

La vera causa dell’infedeltà fiscale presente in Italia deve ricercarsi in un carico fiscale che ha raggiunto un livello non più sopportabile.

Nel titolo dicevamo: mancano i soldi. In realtà, indipendentemente dall’elevato livello dell’evasione fiscale, il nostro Erario dispone comunque di una quantità di entrate superiore (al netto dei maggiori interessi sul debito pubblico) rispetto a quella di altri Paesi. Il problema, dunque, “è che lo Stato italiano questi soldi non li spende bene”. L’evasione deve essere combattuta ed estirpata, ma è bene che in nessun modo si usi l’alibi dell’evasione fiscale per perorare la tesi che non ci sono i soldi.

12 ottobre 2013 – Marco Prestileo

3 pensieri su “Mancano i soldi: la lealtà fiscale è una battaglia di giustizia e civiltà, non vedere l’ovvio porta però a una battaglia contro i mulini a vento

  1. Io se me lo danno il numero di Aletta ce lo dico che devono licenziare quello di equitaglia perchè prendi di qui e di là poi di soldi non ce ne sono più. Che secondo me dovrebbero fare equicuci che dobbiamo rimetterci tutti insieme col lavoro tutti uniti. Così poi ci sono i soldi e possiamo anche darglieli un pò allo Stato che li manteniamo bene a tutti quelli. E invece se poi abbiamo la mano davanti e l’altra di dietro, alla fine anche Aletta e tutti i ministri devono tornare a casa e spiegare alle loro moglie che è tutto fallito e non hanno lo stipendio nemmeno loro.

  2. l’evasione fiscale non è il solo comportamento mafioso che caratterizza noi italiani.
    Prendiamo in considerazione, per esempio anche la questione delle pensioni d’oro, ottenute grazie a privilegi intoccabili senza che siano sostenute da un’adeguata contribuzione.
    Tutti ne parlano, ma concretamente non succede nulla. A questi signori non si possono toccare i diritti acquisiti!!!
    Ma, quali diritti, sono solo prepotenze acquisite.
    Invece ai comuni lavoratori supertassati che non hanno un rinnovo contrattuale da 10 anni, i diritti acquisiti vengono toccati in nome della solidarietà, del bilancio statale ecc ecc.!!!!!!!!!!!!!!
    Comunque il nostro comportamento mafioso si manifesta in molti altri settori.
    Si manifesta quando vado dal fruttivendolo e devo constatare di essere stata preceduta da una persona che in quanto UNTO DEL SIGNORE esce con una cassetta colma di frutta e verdura che ” paga” ( solo perché il mio è stato un ingresso fonte di disturbo) solo 10 euro. A me quella cassetta sarebbe costata almeno 30, 35 euro. Se poi non avessi disturbato quella cassetta all’unto del Signore sarebbe costata zero euro.
    Succede poi che il figlio del noto professionista evada il test d’ingresso all’università, perché anche lui come UNTO DEL SIGNORE ha ” diritto” a studiare in quella precisa università e facoltà in quanto erediterà lo studio di papino.
    Succede poi che il collega gerarchicamente inferiore, ma con un coniuge gerarchicamente molto superiore si permetta infinite arroganze.
    Anche lui/lei è un UNTO DEL SIGNORE che si arroga prepotenze infinite.
    Succedono poi tanti altri fatti in odore di mafiosità, che non elencherò, ma che fanno parte del nostro quotidiano.
    La battaglia per la lealtà fiscale è senza dubbio una battaglia di giustizia e civiltà che deve essere accompagnata da tante altre battaglie affinché l’onesta scenda un po’ sui nostri governanti e non solo

  3. Un quotidiano triste, inaccettabile e inquietante quello che racconti. Purtroppo non dubito che sia vero, da denunciare a testa alta e da vivere nella consapevolezza, e non é poco, che tu sei nel giusto, loro vivono nello sporco, nella corruzione, in disonestà. Posso consigliare quello che ho imparato su questo blog, l’importanza della pazienza, della speranza e di credere nella giustizia, terrena o divina, che prima o poi arriva.
    Per quanto riguarda i nostri governanti, per riprendere il tema dell’evasione fiscale, credo sia già importante che inizino a comprendere le problematiche. Una giusta diagnosi può guarire.

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